LETTERE A NINO SAVARESE

1.

 

 

Palermo, 6 gennaio 1928

Caro Savarese,

Ho fatto dire a un giovane valente xilografo, Cottone, che ti scriva e si metta d’accordo con te. Ma già il Mignosi ne aveva parlato al giovane pittore Morici, il quale poi lo informò d’averti scritto, e di non aver ricevuto risposta. È vero tutto ciò?

Il Lunario, che non so in quante copie sia stato dato alle edicole per incarico, certo, di Guarnaccia, si è esaurito, e parecchi lo cercano invano. So che esso e stato spedito all'edicola di P. Politeama: e perché no alle altre due dei 4 canti di città? Ho l’impressione che il giornale abbia incontrato il favore del pubblico, e ne incontrerà di più se manterrà la sua nota di verità e di equilibrio, non scompagnata da quella della vivacità.

Ho già pronti gli appunti per un medaglione siciliano su Alessio Narbone (come vedi comincio col nome della mia via!), che ti manderò presto, e che mi deciderò a ripubblicare ampliato sul Giorn. di Sicilia se me lo pàgano.

Non ti curare oltre del mio appunto per la costituzione della redazione: son cose a cui non tengo, e che ho, però, rilevate per debito di sincerità.

Un abbraccio dal tuo Francesco

Dimenticavo di dirti di mandare subito delle copie del 1° n. del Lunario all’Anonima Libraria Ital. Parlerò al Guarnaccia degli annunzi su questi cotidiani.

 

2

 

2.4. 1928

Caro Savarese;

prima di risponderti ho voluto aspettare l`arrivo da Roma in licenza di mio fratello Attilio, che come sai io avevo mandato con una lettera da Interlandi.

Egli mi assicura che Inter. è d’avviso di trasferire il Lunario a Roma, e questo solo può salvare il giornale.

Quando io ti parlo d'affari non devi credere che siano gli stessi affari di Blandini: nel caso mio si tratta di tali disavventure economiche da non farmi prendere sonno la notte e da farmi stare in continua agitazione.

Tu potrai dirmi che allora io non dovevo imbarcarmi in una avventura come quella del Lunario: ma chi poteva allora pensare che mi sarebbe piovuto tra capo e collo questo dissesto [Lanza si riferisce all’iniziativa di aprire a Valguarnera un negozio di calce e di gesso; vedi anche la lettera a G. Greco del 13.12.29 pubblicata in questo sito, ndr] non lieve e non trascurabile?

A ogni modo continuiamo per questo e per un altro numero: io intanto scriverò a Inter. e tu farai lo stesso, meglio ancora se andando a Roma tu gli parli a voce. Se non si approderà a nulla, vuol dire che si dovrà venire alla dolorosa decisione di uccidere il Lunario. Fra le tante agitazioni che mi rendono malato non potrei per molto tempo avere anche questa.

Ti scriverò. Scrivi a Interlandi.

Ti mando le bozze corrette.

Del numero scorso sono rimaste immobilizzate più di 100 copie: regolati.

Il pacco del prossimo numero fallo mandare per ferrovia, oppure manderò io qualcuno a prenderlo.

Aff. saluti

F. Lanza

3

Roma, 2 maggio 1929

Caro Savarese;

sono tre mesi che mi propongo di scriverti a lungo se non per darti notizie di me almeno per ringraziarti delle tue affettuose premure.

Faccio una vitaccia: ti dico solo che lavoro di notte alla... cronaca! Non pensavo mai di andare a finire così. Fortunatamente ne ho per poco: sostituisco un redattore che tornerà a metà giugno. Dopo, se non resterò al giornale, ma con un lavoro meno sfibrante e umiliante, tornerò ai patri Lari. A ogni modo, a fine giugno tornerò per un mese in Sicilia e allora sarà bene vederci.

Sento anch’io la nostalgia dei [indecifr., forse “nostri, ndr] pranzi da Paolino e delle passeggiate a Lombardia.

Sono lieto che il Lunario ti sia piaciuto1. L’articolo della Perroni2 fu pubblicato soltanto in considerazione della lettera inedita. In quanto alla gerenza né io né De Mattei potemmo prenderla non essendo iscritti al sindacato giornalisti.

Stiamo preparando un numero con una pagina dedicata allo scultore siciliano La Spina3 che a ottant'anni è stato scoperto grandissimo dalla critica.

Tanto io quanto tu abbiamo perduto la possibilità di collaborare alla Stampa: Malaparte ce l’ha con noi per quella stroncatura del suo libro4. La cosa mi dispiace perché si trattava di guadagnare 400 lire ad articolo! Che Dio la mandi buona al Malaparte!

Spero di poterti scrivere ancora a lungo.

Mandami l'articolo. Abbiamo trovato un ottimo disegnatore in Luigi Bartolini che è di Caltagirone.

Scrivimi. Saluti affettuosi dal tuo

Francesco Lanza

1.                  Il “Lunario Siciliano” non si pubblica più ad Enna, ma a Roma.

2.                  Lina Perroni, Verga, Flaubert, Brunetière (con una lettera inedita di G. Verga), “Lunario

Siciliano”, Roma, aprile 1929. [Nota di Sarah Zappulla Muscarà]

3.                  La pagina su Michele La Spina vedrà la luce sul “Lunario Siciliano” del maggio 1929 con  scritti di Corrado Pavolini, Nino Bertoletti, Giuseppe Ungaretti e Alfredo Biagini. [Nota di Sarah Zappulla Muscarà]

4.                  Si  tratta della recensione delle “Avventure di un capitano di sventura”, firmata n.s.,  pubblicata dal “Lunario Siciliano” del gennaio 1928.

 

(Le tre lettere a Savarese  sono conservate presso la Biblioteca Comunale di Enna)